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Ricordando Minuchin

IMG 4961Caro, carissimo Sal

Grazie dei tuoi insegnamenti, grazie dei tanti tanghi cantati insieme, delle tante risate condivise.
Grazie delle opportunità nelle lunghe chiacchierate. Della sempre emozionante condivisione della nostra argentinità da ebrei viandanti...
Grazie della tua ironia, dei tuoi occhi che tornavano bambini in quel che facevi diventare sempre un occasione di curiosità.
La lista sarebbe interminabile e perciò, qui mi fermo.
In poche parole, quel che credo che ti sto dicendo, Sal, è, profondamente Grazie, della tua amicizia Grazie di te.
Quel che dico e non, rimane raccolto nel mio cuore, oggi dolente, dentro il quale tu abiti e abiterai per sempre

 Marianne

 

 

Un saluto a Minuchin

IMG 4782Quando se ne vanno, ci lasciano spesso un dono. Se poi durante la vita hanno avuto una funzione per la tua crescita personale e professionale questo dono diventa una opportunità per poter considerare quanto la relazione instaurata abbia forgiato i pensieri ed i modi di intendere la vita stessa. Per tutto il tempo che loro sono in vita l’impressione è di una relazione impegnativa, talvolta illuminante, talvolta saturante e talvolta annoiante. Una impressione destinata a lasciare il posto a quanto si è sedimentato e trasformato in noi.Una opportunità quindi per ri-vedersi, ri-ascoltarsi e scoprire quanto di quella relazione vive in noi .

IL DIDATTA ONTICO

3Era il 13 gennaio 1995, il primo giorno di training. Quella mattina ci attendeva sulla porta Gianni Fioravanti avvolto nel fumo di una sigaretta che quasi cancellava i tratti di un viso pronto a riemergere con le sembianze di imponenti sopracciglia. 
Ho pensato a Lucky Luke, il cowboy dei fumetti capace di sparare più veloce della propria ombra, al suo folto ciuffo, alla sua sigaretta sempre tra le labbra, al suo grande cappello. 
La tenuta da cowboy era qui sostituita dalla sua divisa ufficiale: pantalone, camicia, in estate polo, e giacchetta, affidati a colori e a toni rigorosamente asciutti e austeri, come il blu, il verde, il beige, il bianco.

“La coppia non piace a nessuno; nemmeno a Dio.” Carmine Saccu. La Contra de la Vanguardia.

La pareja no le gusta a nadie 54429782744 54026874601 600 226Intervista a Carmine Saccu pubblicata su La Contra de la Vanguardia il 10/04/2015

esVersione in spagnolo - Español

Giocare a palla

Gode di un eccellente senso dell’umorismo ed uno sguardo compassionevole. Ha 40 anni di esperienza dedicati alla terapia familiare ed è riconosciuto come un grande esperto dei problemi adolescenziali.

Durante le sue terapie le famiglie giocano a palla, alla guerra, cantano… Mentre l’acuto sguardo di C. Saccu, tra una battuta e l’altra, va segnalando dove vi è dolore.

Ora, ormai ritirato dalla sua cattedra all’università degli studi La Sapienza di Roma, si dedica interamente a formare nuovi psicoterapeuti familiari nelle scuole che ha creato in diverse città italiane.

È venuto sotto invito del Centro Horta de Terapia Familiar di Barcellona per tenere un seminario sul maltrattamento infantile.

IL PASSATO ... E' ANCORA PRESENTE: PARLANDO CON IL BAMBINO

fotoIntervista a Carmine Saccu di Wilma Trasarti Sponti settembre 1986

D. Qualcuno dice che sei un “ipnotista naturale” perché usi un linguaggio suggestivo, che agisce a diversi livelli. La domanda allora è questa: quale controinduzione usi nel lavoro con i bambini psicotici e con la forza ipnotica delle loro famiglie?

R. Non so se lavoro, come qualcuno dice, in senso ipnotico; molto probabilmente ciò è implicito nella caratteristica della mia voce o nel fatto che utilizzo le pause. Le pause per me sono molto importanti per dare la possibilità, a chi mi sta difronte, di avere uno spazio, dei momenti associativi, che poi vengono utilizzati nel corso della seduta. Di certo so che le famiglie hanno una forza ipnotica che si traduce in me in un disagio, per cui, quando me ne accorgo, esco dalla stanza. Quando rientro devo trovare qualcosa che sia imprevedibile per me e per la famiglia. L’obiettivo è quello di distogliermi, se vuoi, dal “pendolino” ossia da quello su cui ho fissato prevalentemente l’attenzione e che mi dà un senso di impotenza. Cerco allora di creare una situazione che sia diversa, che abbia una logica diversa.

Mi sono più volte reso conto che modificando un assetto contestuale, la struttura rimane uguale. Questo mi conferma la posizione della famiglia in chiave ipnotica o, se vuoi, in chiave diagnostica mi dà conferma del livello di rigidità o flessibilità.

Anniversario

FB IMG 1454615941078Ecco il 2017. La Scuola Romana di Psicoterapia Familiare mi ha accolto come allievo tanti anni fa e mi accoglie ancora oggi da più di dieci anni come didatta. Questa Scuola domani entra nel suo 25ennale di esistenza e posso dire, con un certo brivido nell'anima, che ha accompagnato la mia vita di giovane adulto fino agli attuali miei 57 anni.

SESTO POTERE: il corvo e la volpe

IMG 4454Cera una volta, dice Esopo nelle sue favole, un corvo che aveva rubato un appetitoso pezzo di formaggio intravisto in una casa vicina. Contento della sua conquista si era adagiato sul ramo di un albero predisponendosi ad un lauto pasto. Una volpe affamata nelle vicinanze che aveva seguito la scena,si era portata sotto l albero cautamente per non spaventare il corvo e aveva cominciato a mettere in opera la sua astuzia millenaria centrata questa volta sul' adulazione. "Ciao corvo ma che bell'aspetto che hai e che portamento fiero e nobile il tuo, che nero lucido e splendente hanno le tue piume e che becco ardito che rende cosi fiero il tuo aspetto. Se la tua voce e degna del tuo portamento potresti col tuo canto ammaliare il mondo." Lusingato in tal modo in tutto il suo essere il corvo, compiaciuto, non tardò a emettere il suo "sublime" canto ma allo stesso tempo la volpe fu lesta a afferrare al volo il tocco di formaggio, che ormai senza presa, era caduto dalla bocca del corvo.

SESTO POTERE: questa pagina dedicata alla comunicazione

IMG 4068La pagina accoglie le riflessioni che permettono di cogliere ciò che nella comunicazione è “il non detto” e che possono produrre effetti desiderati da colui che a un meta livello predispone l’evento. La pagina nasce dal fastidio che si collega al senso di impotenza quando non ci si sente liberi nelle scelte. Questo è il sesto potere da molte parti evidenziato attraverso dibattiti, scritti, documentari, e film. L’attenzione è quindi rivolta alla natura della comunicazione e non al contenuto che viene espresso nell’atto del comunicare.

Il tempo è una dimensione dell’animo.

carmine saccuIl tempo è una dimensione dell’animo. Non so dire se i 25 anni sono passati troppo in fretta o troppo lenti ma certo ho la consapevolezza delle cose che abbiamo fatto e del livello di complessità raggiunto nella formazione e nella clinica seguendo il nostro modello sistemico relazionale simbolico esperenziale.
Era forse l’anno 1976 quando C. Whitaker ci parlò dell’emisfero sinistro e dell’emisfero destro. L’emisfero sinistro è depositario e artefice delle logiche disse, possiamo condividerlo attraverso epistemologie, modelli e modalità di intervento. L’emisfero destro è invece unico al mondo per ciascun individuo nella funzione di creare immagini, metafore, fantasie e storie.
L’integrazione dei due emisferi attraverso il corpo calloso in un gioco armonico con istinti affetti, con emozioni e sentimenti permette di definire il nostro stile di vita e di intervento. Anche questa appena accennata è tuttavia una metafora che ci permette di tracciare un percorso formativo centrato sul se dell’individuo e del terapista con una premessa di tipo metodologico che ci rinvia ancora ad un’altra metafora che informa tutta la didattica della Scuola.

Baghdad

USMarineTankinBaghdad“Lentamente, e a fatica, ho ricostruito a memoria e steso... il manoscritto... per un esule significa strappare il bavaglio dell'incomunicabilità, fonte di diffidenza, di isolamento o di avversione; per il poeta e per il narratore farsi mediatore della coscienza. È come far breccia in una parete, attraverso la quale filtri la luce che annuncia il cielo, io spero, della libertà”.

T. Laitef, Lontano da Baghdad, Sensibili alle foglie, Roma, 1984.

Baghdad è il luogo dove avrei voluto trovarmi il giorno in cui concludevo il primo livello del percorso di formazione che mi ha portato fino a questo post come didatta della Scuola Romana: a Baghdad, luogo dell'immaginario fantastico già dall'infanzia, piuttosto che seduta sulla "sedia calda" a sostenere il colloquio finale, parlando di Bowen e del processo di differenziazione.