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Un saluto a Minuchin

IMG 4782Quando se ne vanno, ci lasciano spesso un dono. Se poi durante la vita hanno avuto una funzione per la tua crescita personale e professionale questo dono diventa una opportunità per poter considerare quanto la relazione instaurata abbia forgiato i pensieri ed i modi di intendere la vita stessa. Per tutto il tempo che loro sono in vita l’impressione è di una relazione impegnativa, talvolta illuminante, talvolta saturante e talvolta annoiante. Una impressione destinata a lasciare il posto a quanto si è sedimentato e trasformato in noi.Una opportunità quindi per ri-vedersi, ri-ascoltarsi e scoprire quanto di quella relazione vive in noi .

Di questo sono grato a Salvador Minuchin che in questo giorni ci ha salutato e ha lasciato un’eredità da coltivare e sostenere. Sono rimasto stupito quando due mesi fa circa ho rivisto la documentazione visiva della mia supervisione con S. Minuchin che mi vide impegnato, giovane didatta della Scuola Romana di Psicoterapia Familiare, oltre 20 anni fa in occasione di alcune giornate di formazione con lui a Roma. Lo stupore, il mio stupore, è difficile da raccontare, contiene molta emozione. Il ricordo di quella esperienza per me non era gradevole, avevo l’impressione di un urto irritante che non avrebbe sortito nulla di professionalmente utile. L’occasione del 25° anniversario della fondazione della Scuola Romana (lo scorso 19-20-21 Ottobre) mi ha spinto a rivedere quel materiale nell’ipotesi di un commento dei nastri storici della scuola. Col sostegno di alcuni didatti e la cortesia del Prof. Saccu, che mi ha messo a disposizione il materiale video, ho iniziato la visione per l’ eventuale commento. L’emozione che ha alimentato il mio stupore si è diffusa in me quando mi sono accorto che le cose che Minuchin mi diceva erano da me condivise al punto che somigliavano a quanto io dico agli allievi in formazione. Sentirle dire da lui erano le sue, se le dico ora io sono le mie… che strana sensazione. Ed ancora: le osservazione che lui faceva venivano da me accolte prevalentemente per gli aspetti denotativi (comunicazione digitale) e solo ora ne rivederle ho colto quanta attenzione ad instaurare una relazione in grado di sostenere la persona mentre si “attacca la funzione”. Era impressionante per me rintracciare in quelle immagini modalità che ritrovo in me ora come “mie”. Nulla di magico, penso si tratti di ciò che accade in ogni relazione in cui il ruolo dei partecipanti è caratterizzato dalla disponibilità a vivere (con rigore, disciplina e rispetto) piuttosto che a spiegare.Tutti nel momento che viene a mancare un maestro o una persona di grande rilievo nella comunità scientifica sentiamo muovere in noi un senso di ringraziamento per quanto è stato fatto e dato da quella persona.Anche io vorrei associarmi a quanti hanno questo stesso mio sentimento in questo momento.

 

 

Grazie Minuchin, ho la possibilità di portarti con me.

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